a cura di Nicola Martella
Si moltiplicano coloro, che prendono frammenti di discorsi del vescovo di Roma, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, e ne fanno delle massime da mettere in rete come citazioni o immagini sotto rubriche come «Messaggi del papa».
Ecco le parole di Bergoglio riportate su un’immagine: «Tutti noi siamo vasi d’argilla, fragili e poveri, ma nei quali c’è il tesoro immenso che portiamo». Tale asserzione è vera per i cristiani rigenerati; a guardar bene, essa non è neppure segatura del suo sacco, trovandosi già nella Bibbia. Inoltre, a tali parole mirabili, su cui possiamo concordare, seguono subito altre parole, che stanno in netto contrasto con la sacra Scrittura. Infatti, per chi non conosce la sacra Scrittura, può trovare Bergoglio originale, quando parla, ma è spesso soltanto una imitazione o un surrogato del pensiero biblico. Nelle sue parole si trova, dal punto di vista biblico, bene e male, luce e oscurità, dolce e amaro, l’uno accanto all’altro. A parole, che si trovano sulla falsariga della sacra Scrittura sul piano dottrinale o morale, seguono parole, che sono in netto contrasto con la Bibbia, ad esempio: ingiunzione a pregare Maria di Roma (quella di Nazareth non lo ha mai chiesto) e altre creature, pregare per i morti, venerazione di statue e immagini, tutti gli uomini quali figli di Dio e fratelli (e addirittura «carne») di Cristo, il rosario quale medicina per l’anima, arbitrio di dichiarare beati e santi degli uomini, specialmente i suoi predecessori, ecc.
L’originale delle summenzionate parole di Bergoglio si trova qui e fu pronunciato già circa due millenni fa dall’apostolo Paolo: «Il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi» (2 Cor 4,6s).
E ancora: «Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”, e “Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore”. [20] In una grande casa non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. [21] Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona» (2 Tm 2,19-21).
Sinceramente preferisco l’originale rispetto ai surrogati e alle imitazioni. Infatti, come al solito, a parole che rimandano al pensiero della sacra Scrittura, seguono immediatamente dopo altre che sono in pieno contrasto con essa. Faccio notare che l’idolatria è una delle massime iniquità dinanzi a Dio! Jorge Mario Bergoglio non fa eccezione nella sua pratica e non se ne fa scrupolo. Anzi spiritualizza e rende accettabile ciò, che la Bibbia chiama abominio. Chi vuole essere usato come «vaso nobile» per un «uso nobile», deve santificarsi, ossia allontanarsi da ogni iniquità, e conservarsi puro, in primis da qualsiasi formad’idolatria, che per Dio è un atto di lesa maestà. L’idolatria, infatti, se non ci si ravvede e la si abbandona veramente, esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9) e dalla città celeste (Ap 22,15) e destina allo Stagno di fuoco, ossia all’inferno (Ap 21,8). In questo non ci sono sconti per nessuno; anzi, chi pretende di guidare altri, avrà maggiore condanna.