... Nel 1976 arrivò una seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976[4]): venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere ebbero così copertura legale; da allora poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale. Il fenomeno fu considerato, inizialmente, più come una moda temporanea che come un'evoluzione del modo di concepire la radiofonia in Italia, ma nel tempo molte emittenti dimostrarono di poter competere qualitativamente con le emittenti
pubbliche. La limitazione territoriale venne superata creando reti interconnesse (network) che coprirono l'intero territorio nazionale. In pochi anni l'emittenza
radiofonica privata si impose non più come alternativa all'emittenza pubblica, ma come principale fucina di idee e di professionisti (disc jockey e tecnici) con capacità professionali sempre maggiori. Questo regime di concorrenza giovò anche alla stessa Rai, che si vide costretta a puntare su trasmissioni innovative e mirate che difficilmente avrebbero avuto modo di essere realizzate senza lo stimolo della concorrenza.
Radio Ciroma 105.7 di Cosenza, insieme a Radio Onda Rossa di Roma, Radio
Onda d'Urto di Brescia, Radio 2000 Blackout, Radio Evangelo Piemonte e
Radio Torino Biblica, entrambe di Torino, Radio Logos di Foggia, Radio
Beckwith Evangelica di Luserna San Giovanni e Radio Voce della Speranza di
Firenze, sono oggi le uniche radio libere, totalmente autogestite e autofinanziate e
non commerciali, presenti nell'etere e nel panorama radiofonico italiano. (Wikipedia)