LETTERA DI UNA EX LESBICA di Andrea Artioli
Cara amica lesbica,
Prima di tutto voglio che tu sappia che ti capisco.
So che cosa significa innamorarsi di una donna. So che cosa voglia dire non desiderare altro che stare con lei per sempre e avere la sensazione che il destino ti abbia giocato uno scherzo crudele nel farti cadere nelle mani di una creatura uguale a te.
Anch’io ero una lesbica. Sin da quando avevo cinque anni ero attratta da persone dello stesso sesso. Crescendo, questi sentimenti non si sono mai attenuati, anzi, non hanno fatto altro che intensificarsi. Mi è successo molte volte di prendermi una cotta per una delle mie migliori amiche, ma mi vergognavo troppo per confessarglielo, tanto meno a me stessa.
All’età di diciassette anni, decisi finalmente di assecondare quei desideri. Ebbi una relazione con una giovane donna, che diventò il mio primo amore. Il nostro primo bacio mi sembrò una cosa molto naturale, come se quella fosse la sensazione che mi ero persa per tutto quel tempo. Dopo di lei ebbi un’altra donna e poi un’altra ancora. Entrambe le relazioni furono molto serie, ognuna delle quali è durata più di un anno. Queste relazioni mi piacevano, e ho amato molto quelle donne, tanto da arrivare al punto di essere disposta a rinunciare a tutto, compresa la mia anima, per godere il loro amore sulla terra.
Nell’ottobre 2008, all’età di diciannove anni, la mia esistenza superficiale fu scossa da un amore più profondo, che veniva dall’esterno, un amore di cui avevo già sentito parlare prima ma che non avevo mai sperimentato. Per la prima volta, fui convinta del mio peccato in un modo che mi portò a riflettere su tutto ciò che amavo (idolatravo) e sulle sue conseguenze. Guardai alla mia vita, e capii che mi ero innamorata di tutto tranne che di Dio, e che queste decisioni alla fine mi avrebbero portato alla morte eterna. I miei occhi furono aperti, e cominciai a credere a tutto quello che Dio dice nella sua parola. Iniziai a credere che ciò che egli afferma sul peccato, sulla morte e sull’inferno era assolutamente vero.
Sorprendentemente, nel momento stesso in cui la condanna per il mio peccato diventò una cosa reale per me, la stessa cosa avvenne per la preziosità della croce. La visione del Figlio di Dio crocifisso per portare su di sé l’ira che io meritavo, e della tomba vuota che dimostrava la sua potenza sulla morte, tutte cose che avevo già sentito senza alcun interesse, divennero la più gloriosa rivelazione d’amore immaginabile.
Dopo aver capito tutto quello a cui avrei dovuto rinunciare, dissi a Dio: “Non posso rinunciare a queste cose o a queste persone con le mie forze. Le amo troppo, ma so che tu sei buono e potente e che mi aiuterai”.
Adesso, all’età di 23 anni, posso dire in tutta onestà che Dio ha fatto tutto questo per me. Mi ha aiutato ad amarlo più di ogni altra cosa.
Perché ti ho appena raccontato tutto questo? Ho condiviso con te un po’ della mia storia perché voglio che tu sappia che ti capisco, ma voglio anche che tu sappia che so cosa vuol dire essere innamorate del Creatore dell’universo, cosa vuol dire non desiderare altro che stare con lui per sempre, godere della sua grazia, la migliore notizia che sia mai stata annunciata all’umanità. So cosa vuol dire sperimentare la grandezza del suo perdono, che ha riconciliato a sé anche un cuore malvagio come il mio.
Detto questo, viviamo in una cultura nella quale storie come la mia sembrano impossibili o ridicole, a seconda di chi le ascolta. L’omosessualità è ovunque: dalla musica, alla TV, persino nello sport. Se tu dovessi credere a tutto quello che la società dice sull’omosessualità, arriveresti alla conclusione che è una cosa del tutto normale, perfino apprezzabile in qualche modo. Ma questo è ben lontano dall’essere vero. Dio ci dice che l’omosessualità è un peccato abominevole e contro natura (Levitico 18:22; 20:13; Romani 1:18–32; 1 Corinzi 6:9–11; 1 Timoteo 1:8–10). Ma se devo essere onesta, talvolta l’attrazione omosessuale mi appare una cosa naturale.
Non credo di sbagliare se dico che questo è forse anche il tuo dilemma. Tu sai quello che Dio dice sull’omosessualità, ma il tuo cuore non è della stessa opinione. La parola di Dio dice che è un peccato; il tuo cuore dice che è una cosa accettabile. La parola di Dio afferma che è una cosa abominevole; il tuo cuore dice che è piacevole. La parola di Dio dichiara che è contro natura; il tuo cuore dice che è del tutto normale. Hai notato che c’è una netta differenza tra ciò che dice la parola di Dio e i sentimenti del tuo cuore?
A quale voce dovresti credere?
Nel mio cammino con Cristo c’è stato un periodo in cui sono stata molto tentata di ricadere nel lesbismo. Queste tentazioni mi portarono a dubitare della parola di Dio. Le mie tentazioni e i miei desideri iniziarono ad apparirmi più reali della verità della Bibbia. Mentre pregavo e meditavo su queste cose, ebbi l’impressione che Dio mi stesse dicendo: “Jackie, devi credere che la mia parola è vera anche se contraddice i tuoi sentimenti”. Caspita, questo è vero! O mi fido della sua parola o mi fido dei miei sentimenti. O cerco in lui il piacere che la mia anima brama o lo vado a cercare in cose minori. O cammino ubbidendo a ciò che egli dice o rifiuto la sua verità come se fosse una bugia.
La battaglia contro l’omosessualità è una battaglia di fede. E’ Dio la mia gioia? E’ sufficiente? Oppure sto ancora attingendo da cisterne screpolate per soddisfare la sete che solo lui può soddisfare? Questa è la battaglia. E’ la mia battaglia, ed è anche la tua.
A te la scelta, amica mia. Prego affinché tu riponga la tua fede in Cristo e che tu prenda le distanze dalle menzogne della nostra società, che poi sono le stesse che ascolti nel tuo cuore, un cuore che la Scrittura definisce ingannevole e maligno (Geremia 17:9). Corri a Gesù invece.
Sei stata creata per Lui (Romani 11:36). Alla fine è lui tutto quello di cui hai bisogno! Egli è buono e saggio (Salmo 145:9). Egli è la fonte di ogni consolazione (2 Corinzi 1:3). Egli è benevolo e paziente (2 Pietro 3:9). Egli è fedele e giusto (Salmo 33:4). Egli è santo e giusto (1 Giovanni 1:9). Egli è il nostro vero Re (Salmo 47:7). Egli è il nostro Salvatore (Giuda 25). Ti sta invitando nel suo regno non solo per essere una sua serva, ma anche la sua amica. Se stai cercando l’amore duraturo altrove, stai correndo dietro al vento, stai cercando quello che non riuscirai mai a trovare, e pian piano la tua ricerca ti distruggerà.
Ma in Gesù c’è pienezza di gioia. In Gesù c’è una relazione che vale più di qualsiasi cosa, perché egli è tutto. Corri a lui.