CANE AMICO?
ANSA[scienza](31 ottobre, 18:01)
Sì, SE SCODINZOLA A SINISTRA - Così si guardano tra loro. Università Trento su Current Biology
TRENTO, 31 OTTOBRE 2013 - Come capisce un cane se un altro è ben disposto? Semplice. Non lo è se la coda si muove prevalentemente verso destra (rispetto a chi la osserva). Il contrario se a sinistra.
La scoperta è di uno studio sulle modalità d'interazione dei due emisferi cerebrali nei casi di controllo di un organo non pari, come sono invece ad esempio le mani. In uscita oggi sulla rivista 'Current Biology' è di un gruppo di ricercatori del Centro interdipartimentale Mente-Cervello dell'Università di Trento.
Scoperta in Israele una cantina di 3.700 anni fa, con giare di vino bianco e rosso.
Conteneva quaranta orci di vino bianco e rosso dolce e speziato la cantina più antica e grande mai conservata: ha 3.700 anni ed è stata scoperta tra le rovine di una città cananea chiamata Tel Kabri, nel nord di Israele. La scoperta si deve a un gruppo statunitense e israeliano della George Washington University, Brandeis University e università di Haifa. Il risultato è stato presentato a Baltimora durante il convegno annuale delle Scuole Americane di Ricerche Orientali. Le giare hanno una capacità di 50 litri ognuna, in totale l'equivalente di circa 3.000 bottiglie di vino, e sono rimaste sepolte sotto una coltre di fango, mattoni e intonaco a causa del crollo della cantina, probabilmente per un terremoto.
SCENARIO DA HARMAGHEDDOM (da "La Repubblica").
Semprerebbe uno scenario da Armagheddon, ma la possibilità che un asteroide colpisca la Terra causando vittime è sottovalutata e maggiore di quanto gli scienziati credessero fino a qualche anno fa. Lo rivela l'associazione non profit americana B612, un gruppo di cui fanno parte diversi ex astronauti della Nasa, che tenta di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema. Il loro obiettivo è sviluppare entro il 2018 un sofisticato telescopio per la rilevazione di questi pericolosi pianetini vaganti. Dal 2000 al 2013 un sistema internazionale per il monitoraggio delle esplosioni atomiche che fa capo a Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty Organization ha registrato ben 26 deflagrazioni di asteroidi sulla Terra. B612 ha ricostruito geograficamente, e in modo cronologico, con un video dove sono avvenuti gli impatti.
"Quello che può accadere lo abbiamo visto l'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia", spiega a Repubblica.it. Ed Lu, oggi presidente di B612 dopo essere stato due volte in missione sullo Space Shuttle e per sei mesi in orbita nella Stazione spaziale internazionale (Iss). "Gli asteroidi", continua Lu, "a contatto con l'atmosfera creano terribili esplosioni. L'onda d'urto investe quello che c'è intorno in un area fino a 40 chilometri e può uccidere tutte le persone che si trovano nelle vicinanze".
Le esplosioni causate dall'impatto con l'atmosfera di uno di questi pianetini il 15 febbraio dell'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia, hanno investito moltissimi edifici e ferito più di 1000 persone con schegge, detriti e pezzi di vetro esplosi dalle finestre dei palazzi. Per fortuna l'asteroide aveva un diametro di soli 20 metri, ma questi oggetti possono arrivare a misurare fino a un chilometro e possiamo solo immaginare quello che causerebbe l'impatto di una tale formazione rocciosa che piomba sulla terra a una velocità che gli scienziati chiamano "mach 50", cinquanta volte quella del suono. Dal più piccolo al più grande, l'energia che possono sprigionare i pianetini spazia da uno a 600 kilotoni e, per fare un paragone, 15 era la potenza della bomba atomica che ha raso al suolo Hiroshima.
Certo, conclude Lu, "ci sono buone probabilità che l'asteroide colpisca un'area disabitata oppure finisca nell'oceano senza fare grossi danni. È una questione legata al caso, ma siamo in presenza di un fenomeno costante e crediamo che un impatto in grado di causare reali danni alla Terra avvenga generalmente ogni 100 anni". Nel 1908 uno di questi oggetti dal diametro di 45 metri si era schiantato ancora una volta in Russia, vicino al fiume Tunguska, fortunatamente senza causare vittime perché nel mezzo della steppa siberiana.
La Nasa ha un servizio di monitoraggio del cielo. Un sistema però solo in grado di rilevare l'avvicinamento di enormi asteroidi: più di un chilometro e 200 metri di diametro. L'associazione B612 invece sta invece realizzando qualcosa di più complesso per prevedere questi eventi: si chiama Sentinel, un telescopio che costa circa 250 milioni di dollari finanziato da donazioni private che ovrebbe essere pronto tra quattro anni. Posizionato nell'orbita del pianeta Venere, con un'inquadratura verso la Terra, sarà in grado di prevedere l'impatto di un asteroide con decenni di anticipo. "Se noi abbiamo solo settimane o mesi di preavviso", spiega a Repubblica.it Harold Reitsema, direttore della missione Sentinel per B612, e in passato alla guida della squadra che ha realizzato il telescopio Hubble per la Nasa, "possiamo solo evacuare le città. Inoltre, sfortunatamente, per ora siamo solo in grado di prevedere l'uno per cento degli impatti di asteroidi capaci di devastazioni in grandi aree. La cosa più probabile che succeda è scoprire le esplosioni solo nel momento in cui accadono, come è successo a Chelyabinsk".
I dati ricavati del telescopio Wise della Nasa mostrano che il numero di asteroidi vaganti nello spazio con dimensioni tra 100 metri e un chilometro potrebbe essere intorno ai 20.000, la maggior parte dei quali però non è stata né identificata né localizzata. Sentinel potrà invece rilevare il 90% degli degli oggetti che si accingono ad attraversare l'orbita terrestre con un diametro di 100 metri e il 50% di quelli larghi 30 con grande anticipo. Ma cosa si può fare se si intercetta in tempo un pianetino minaccioso? È possibile distruggerlo? "Non proprio", continua Reitsema, "solo nei film si fanno saltare in aria gli asteroidi. In realtà sono generalmente molto più grandi di quello che un'arma nucleare possa distruggere.Inoltre se pure se si riuscisse a farli esplodere, i pezzi potrebbero colpire la Terra. Con un'arma nucleare sarebbe meglio creare un'esplosione vicino alla traiettoria dell'asteroide in modo che l'onda d'urto lo spinga in un'altra direzione, ma non crediamo che sia la soluzione più adatta".
Con decenni di anticipo infatti, prima di ogni possibile impatto con il nostro pianeta, il gruppo B612 è convinto si possa organizzare una missione spaziale per raggiungere l'asteroide killer e neutralizzarlo prima che possa far danni con un'altra tecnica. "Potremmo partire con una semplice astronave", prosegue Reitsema, "e fermarla una volta raggiunta la traiettoria dell'asteroide. La sua quantità di moto si trasferirebbe così all'asteroide, modificandone la velocità". Anche se il risultato ottenuto sarebbe una piccola variazione della rapidità con cui il corpo celeste si avvicina alla Terra, questo determinerebbe comunque un tempo diverso per il raggiungimento del nostro pianeta "la cui costante rotazione", conclude Reitsema, "eviterebbe l'impatto". Le esplosioni causate dall'impatto con l'atmosfera di uno di questi pianetini il 15 febbraio dell'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia, hanno investito moltissimi edifici e ferito più di 1000 persone con schegge, detriti e pezzi di vetro esplosi dalle finestre dei palazzi. Per fortuna l'asteroide aveva un diametro di soli 20 metri, ma questi oggetti possono arrivare a misurare fino a un chilometro e possiamo solo immaginare quello che causerebbe l'impatto di una tale formazione rocciosa che piomba sulla terra a una velocità che gli scienziati chiamano "mach 50", cinquanta volte quella del suono. Dal più piccolo al più grande, l'energia che possono sprigionare i pianetini spazia da uno a 600 kilotoni e, per fare un paragone, 15 era la potenza della bomba atomica che ha raso al suolo Hiroshima.
Certo, conclude Lu, "ci sono buone probabilità che l'asteroide colpisca un'area disabitata oppure finisca nell'oceano senza fare grossi danni. È una questione legata al caso, ma siamo in presenza di un fenomeno costante e crediamo che un impatto in grado di causare reali danni alla Terra avvenga generalmente ogni 100 anni". Nel 1908 uno di questi oggetti dal diametro di 45 metri si era schiantato ancora una volta in Russia, vicino al fiume Tunguska, fortunatamente senza causare vittime perché nel mezzo della steppa siberiana.
La Nasa ha un servizio di monitoraggio del cielo. Un sistema però solo in grado di rilevare l'avvicinamento di enormi asteroidi: più di un chilometro e 200 metri di diametro. L'associazione B612 invece sta invece realizzando qualcosa di più complesso per prevedere questi eventi: si chiama Sentinel, un telescopio che costa circa 250 milioni di dollari finanziato da donazioni private che ovrebbe essere pronto tra quattro anni. Posizionato nell'orbita del pianeta Venere, con un'inquadratura verso la Terra, sarà in grado di prevedere l'impatto di un asteroide con decenni di anticipo. "Se noi abbiamo solo settimane o mesi di preavviso", spiega a Repubblica.it Harold Reitsema, direttore della missione Sentinel per B612, e in passato alla guida della squadra che ha realizzato il telescopio Hubble per la Nasa, "possiamo solo evacuare le città. Inoltre, sfortunatamente, per ora siamo solo in grado di prevedere l'uno per cento degli impatti di asteroidi capaci di devastazioni in grandi aree. La cosa più probabile che succeda è scoprire le esplosioni solo nel momento in cui accadono, come è successo a Chelyabinsk".
I dati ricavati del telescopio Wise della Nasa mostrano che il numero di asteroidi vaganti nello spazio con dimensioni tra 100 metri e un chilometro potrebbe essere intorno ai 20.000, la maggior parte dei quali però non è stata né identificata né localizzata. Sentinel potrà invece rilevare il 90% degli degli oggetti che si accingono ad attraversare l'orbita terrestre con un diametro di 100 metri e il 50% di quelli larghi 30 con grande anticipo. Ma cosa si può fare se si intercetta in tempo un pianetino minaccioso? È possibile distruggerlo? "Non proprio", continua Reitsema, "solo nei film si fanno saltare in aria gli asteroidi. In realtà sono generalmente molto più grandi di quello che un'arma nucleare possa distruggere.Inoltre se pure se si riuscisse a farli esplodere, i pezzi potrebbero colpire la Terra. Con un'arma nucleare sarebbe meglio creare un'esplosione vicino alla traiettoria dell'asteroide in modo che l'onda d'urto lo spinga in un'altra direzione, ma non crediamo che sia la soluzione più adatta".
Con decenni di anticipo infatti, prima di ogni possibile impatto con il nostro pianeta, il gruppo B612 è convinto si possa organizzare una missione spaziale per raggiungere l'asteroide killer e neutralizzarlo prima che possa far danni con un'altra tecnica. "Potremmo partire con una semplice astronave", prosegue Reitsema, "e fermarla una volta raggiunta la traiettoria dell'asteroide. La sua quantità di moto si trasferirebbe così all'asteroide, modificandone la velocità". Anche se il risultato ottenuto sarebbe una piccola variazione della rapidità con cui il corpo celeste si avvicina alla Terra, questo determinerebbe comunque un tempo diverso per il raggiungimento del nostro pianeta "la cui costante rotazione", conclude Reitsema, "eviterebbe l'impatto".