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Pubblicato il Set 10, 2019

punto interrogativo 358

CANE AMICO?

ANSA[scienza](31 ottobre, 18:01)

Sì, SE SCODINZOLA A SINISTRA - Così si guardano tra loro. Università  Trento su Current Biology
TRENTO, 31 OTTOBRE 2013 - Come capisce un cane se un altro è ben disposto? Semplice. Non lo è se la coda si muove prevalentemente verso destra (rispetto a chi la osserva). Il contrario se a sinistra.cane

La scoperta è di uno studio sulle modalità d'interazione dei due emisferi cerebrali nei casi di controllo di un organo non pari, come sono invece ad esempio le mani. In uscita oggi sulla rivista 'Current Biology' è di un gruppo di ricercatori del Centro interdipartimentale Mente-Cervello dell'Università di Trento.

Scoperta in Israele una cantina di 3.700 anni fa, con giare di vino bianco e rosso. 

Conteneva quaranta orci di vino bianco e rosso dolce e speziato la cantina più antica e grande mai conservata: ha 3.700 anni ed è stata scoperta tra le rovine di una città cananea chiamata Tel Kabri, nel nord di Israele. La scoperta si deve a un gruppo statunitense e israeliano della George Washington University, Brandeis University e università di Haifa. Il risultato è stato presentato a Baltimora durante il convegno annuale delle Scuole Americane di Ricerche Orientali. Le giare hanno una capacità di 50 litri ognuna, in totale l'equivalente di circa 3.000 bottiglie di vino, e sono rimaste sepolte sotto una coltre di fango, mattoni e intonaco a causa del crollo della cantina, probabilmente per un terremoto. 

SCENARIO DA HARMAGHEDDOM    (da "La Repubblica").  

Semprerebbe uno scenario da Armagheddon, ma la possibilità che un asteroide colpisca la Terra causando vittime è sottovalutata e maggiore di quanto gli scienziati credessero fino a qualche anno fa. Lo rivela l'associazione non profit americana B612, un gruppo di cui fanno parte diversi ex astronauti della Nasa, che tenta di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema. Il loro obiettivo è sviluppare entro il 2018 un sofisticato telescopio per la rilevazione di questi pericolosi pianetini vaganti.  Dal 2000 al 2013 un sistema internazionale per il monitoraggio delle esplosioni atomiche che fa capo a Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty Organization ha registrato ben 26 deflagrazioni di asteroidi sulla Terra. B612 ha ricostruito geograficamente, e in modo cronologico, con un video dove sono avvenuti gli impatti.

"Quello che può accadere lo abbiamo visto l'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia", spiega a Repubblica.it. Ed Lu, oggi presidente di B612 dopo essere stato due volte in missione sullo Space Shuttle e per sei mesi in orbita nella Stazione spaziale internazionale (Iss). "Gli asteroidi", continua Lu, "a contatto con l'atmosfera creano terribili esplosioni. L'onda d'urto investe quello che c'è intorno in un area fino a 40 chilometri e può uccidere tutte le persone che si trovano nelle vicinanze".

Le esplosioni causate dall'impatto con l'atmosfera di uno di questi pianetini il 15 febbraio dell'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia, hanno investito moltissimi edifici e ferito più di 1000 persone con schegge, detriti e pezzi di vetro esplosi dalle finestre dei palazzi. Per fortuna l'asteroide aveva un diametro di soli 20 metri, ma questi oggetti possono arrivare a misurare fino a un chilometro e possiamo solo immaginare quello che causerebbe l'impatto di una tale formazione rocciosa che piomba sulla terra a una velocità che gli scienziati chiamano "mach 50", cinquanta volte quella del suono. Dal più piccolo al più grande, l'energia che possono sprigionare i pianetini spazia da uno a 600 kilotoni e, per fare un paragone, 15 era la potenza della bomba atomica che ha raso al suolo Hiroshima.

harmaghedonCerto, conclude Lu, "ci sono buone probabilità che l'asteroide colpisca un'area disabitata oppure finisca nell'oceano senza fare grossi danni. È una questione legata al caso, ma siamo in presenza di un fenomeno costante e crediamo che un impatto in grado di causare reali danni alla Terra avvenga generalmente ogni 100 anni". Nel 1908 uno di questi oggetti dal diametro di 45 metri si era schiantato ancora una volta in Russia, vicino al fiume Tunguska, fortunatamente senza causare vittime perché nel mezzo della steppa siberiana.

La Nasa ha un servizio di monitoraggio del cielo. Un sistema però solo in grado di rilevare l'avvicinamento di enormi asteroidi: più di un chilometro e 200 metri di diametro. L'associazione B612 invece sta invece realizzando qualcosa di più complesso per prevedere questi eventi: si chiama Sentinel, un telescopio che costa circa 250 milioni di dollari finanziato da donazioni private che ovrebbe essere pronto tra quattro anni. Posizionato nell'orbita del pianeta Venere, con un'inquadratura verso la Terra, sarà in grado di prevedere l'impatto di un asteroide con decenni di anticipo. "Se noi abbiamo solo settimane o mesi di preavviso", spiega a Repubblica.it Harold Reitsema, direttore della missione Sentinel per B612, e in passato alla guida della squadra che ha realizzato il telescopio Hubble per la Nasa, "possiamo solo evacuare le città. Inoltre, sfortunatamente, per ora siamo solo in grado di prevedere l'uno per cento degli impatti di asteroidi capaci di devastazioni in grandi aree. La cosa più probabile che succeda è scoprire le esplosioni solo nel momento in cui accadono, come è successo a Chelyabinsk".

I dati ricavati del telescopio Wise della Nasa mostrano che il numero di asteroidi vaganti nello spazio con dimensioni tra 100 metri e un chilometro potrebbe essere intorno ai 20.000, la maggior parte dei quali però non è stata né identificata né localizzata. Sentinel potrà invece rilevare il 90% degli degli oggetti che si accingono ad attraversare l'orbita terrestre con un diametro di 100 metri e il 50% di quelli larghi 30 con grande anticipo. Ma cosa si può fare se si intercetta in tempo un pianetino minaccioso? È possibile distruggerlo? "Non proprio", continua Reitsema, "solo nei film si fanno saltare in aria gli asteroidi. In realtà sono generalmente molto più grandi di quello che un'arma nucleare possa distruggere.Inoltre se pure se si riuscisse a farli esplodere, i pezzi potrebbero colpire la Terra. Con un'arma nucleare sarebbe meglio creare un'esplosione vicino alla traiettoria dell'asteroide in modo che l'onda d'urto lo spinga in un'altra direzione, ma non crediamo che sia la soluzione più adatta".

Con decenni di anticipo infatti, prima di ogni possibile impatto con il nostro pianeta, il gruppo B612 è convinto si possa organizzare una missione spaziale per raggiungere l'asteroide killer e neutralizzarlo prima che possa far danni con un'altra tecnica. "Potremmo partire con una semplice astronave", prosegue Reitsema, "e fermarla una volta raggiunta la traiettoria dell'asteroide. La sua quantità di moto si trasferirebbe così all'asteroide, modificandone la velocità". Anche se il risultato ottenuto sarebbe una piccola variazione della rapidità con cui il corpo celeste si avvicina alla Terra, questo determinerebbe comunque un tempo diverso per il raggiungimento del nostro pianeta "la cui costante rotazione", conclude Reitsema, "eviterebbe l'impatto". Le esplosioni causate dall'impatto con l'atmosfera di uno di questi pianetini il 15 febbraio dell'anno scorso a Chelyabinsk, in Russia, hanno investito moltissimi edifici e ferito più di 1000 persone con schegge, detriti e pezzi di vetro esplosi dalle finestre dei palazzi. Per fortuna l'asteroide aveva un diametro di soli 20 metri, ma questi oggetti possono arrivare a misurare fino a un chilometro e possiamo solo immaginare quello che causerebbe l'impatto di una tale formazione rocciosa che piomba sulla terra a una velocità che gli scienziati chiamano "mach 50", cinquanta volte quella del suono. Dal più piccolo al più grande, l'energia che possono sprigionare i pianetini spazia da uno a 600 kilotoni e, per fare un paragone, 15 era la potenza della bomba atomica che ha raso al suolo Hiroshima.

Certo, conclude Lu, "ci sono buone probabilità che l'asteroide colpisca un'area disabitata oppure finisca nell'oceano senza fare grossi danni. È una questione legata al caso, ma siamo in presenza di un fenomeno costante e crediamo che un impatto in grado di causare reali danni alla Terra avvenga generalmente ogni 100 anni". Nel 1908 uno di questi oggetti dal diametro di 45 metri si era schiantato ancora una volta in Russia, vicino al fiume Tunguska, fortunatamente senza causare vittime perché nel mezzo della steppa siberiana.

La Nasa ha un servizio di monitoraggio del cielo. Un sistema però solo in grado di rilevare l'avvicinamento di enormi asteroidi: più di un chilometro e 200 metri di diametro. L'associazione B612 invece sta invece realizzando qualcosa di più complesso per prevedere questi eventi: si chiama Sentinel, un telescopio che costa circa 250 milioni di dollari finanziato da donazioni private che ovrebbe essere pronto tra quattro anni. Posizionato nell'orbita del pianeta Venere, con un'inquadratura verso la Terra, sarà in grado di prevedere l'impatto di un asteroide con decenni di anticipo. "Se noi abbiamo solo settimane o mesi di preavviso", spiega a Repubblica.it Harold Reitsema, direttore della missione Sentinel per B612, e in passato alla guida della squadra che ha realizzato il telescopio Hubble per la Nasa, "possiamo solo evacuare le città. Inoltre, sfortunatamente, per ora siamo solo in grado di prevedere l'uno per cento degli impatti di asteroidi capaci di devastazioni in grandi aree. La cosa più probabile che succeda è scoprire le esplosioni solo nel momento in cui accadono, come è successo a Chelyabinsk".

I dati ricavati del telescopio Wise della Nasa mostrano che il numero di asteroidi vaganti nello spazio con dimensioni tra 100 metri e un chilometro potrebbe essere intorno ai 20.000, la maggior parte dei quali però non è stata né identificata né localizzata. Sentinel potrà invece rilevare il 90% degli degli oggetti che si accingono ad attraversare l'orbita terrestre con un diametro di 100 metri e il 50% di quelli larghi 30 con grande anticipo. Ma cosa si può fare se si intercetta in tempo un pianetino minaccioso? È possibile distruggerlo? "Non proprio", continua Reitsema, "solo nei film si fanno saltare in aria gli asteroidi. In realtà sono generalmente molto più grandi di quello che un'arma nucleare possa distruggere.Inoltre se pure se si riuscisse a farli esplodere, i pezzi potrebbero colpire la Terra. Con un'arma nucleare sarebbe meglio creare un'esplosione vicino alla traiettoria dell'asteroide in modo che l'onda d'urto lo spinga in un'altra direzione, ma non crediamo che sia la soluzione più adatta".

Con decenni di anticipo infatti, prima di ogni possibile impatto con il nostro pianeta, il gruppo B612 è convinto si possa organizzare una missione spaziale per raggiungere l'asteroide killer e neutralizzarlo prima che possa far danni con un'altra tecnica. "Potremmo partire con una semplice astronave", prosegue Reitsema, "e fermarla una volta raggiunta la traiettoria dell'asteroide. La sua quantità di moto si trasferirebbe così all'asteroide, modificandone la velocità". Anche se il risultato ottenuto sarebbe una piccola variazione della rapidità con cui il corpo celeste si avvicina alla Terra, questo determinerebbe comunque un tempo diverso per il raggiungimento del nostro pianeta "la cui costante rotazione", conclude Reitsema, "eviterebbe l'impatto".

Pubblicato il Set 10, 2019

LETTERA A MARIA DE FILIPPI CONDUTTRICE DI "C'E' POSTA PER TE" CANALE 5.

Cara Maria De Filippi, in riferimento al penultimo episodio di “C’è posta per te” del 15/02/2014 (due uomini gay in studio) ti riporto testualmente ciò che dice la Bibbia in cui io credo fermamente e “tremo”:

Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura;
similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.

Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette. (Romani 1:26 a 32)

Sentivo di dirtelo da parte del Signore, un caro saluto, Eliseo Falla direttore della Emittente Evangelica Radio Logos di Foggia.

Pubblicato il Set 10, 2019

Un signore inglese si trovava in India per turismo. Pur provenendo da un paese cristiano era un ateo convinto e si faceva beffe di tutti quelli che dichiaravano di credere in Dio.

Nel corso di una gita in aperta campagna entrò in un villaggio e si mise a conversare con uno del posto, un uomo anziano dall'aria distinta, che sedeva accanto alla propria abitazione, una piccola casupola circondata dal verde. Durante la conversazione emerse che quell’indiano era un cristiano fervente; era felice di parlare di Gesù Cristo e di raccontare al visitatore le cure che il Signore aveva avuto per lui da quando lo aveva accettato come suo Salvatore.

Il visitatore, guardandolo con un misto di compassione e di derisione, gli chiese: "mi sapresti spiegare, in modo chiaro e convincente, cos'ha fatto Gesù per te?". "M’ha salvato", gli rispose. Salvato? E cosa significa?"

L'indiano, senza dire una parola, si alzò e con un gesto gentile invitò il suo interlocutore a seguirlo nella campagna circostante. Giunti in una radura, prese qualche manciata di foglie secche e le pose in cerchio sul terreno. Nel mezzo del cerchio mise un verme.

Poi diede fuoco alle foglie. Le fiamme si estesero rapidamente e il povero vermiciattolo, sentendo il calore, si contorceva e cercava invano una via di scampo.

Il signore inglese lo guardava senza capire. Un attimo prima che il povero verme morisse bruciato, l'indiano lo sollevò con un rametto e lo mise delicatamente in salvo sull'erba fresca. Poi guardò l'altro fisso negli occhi e gli disse: "ecco quelloche ha fatto Gesù per me. Io ero destinato alle fiamme dell'inferno senza speranza di sfuggire, senza possibilità di scampare, perché quella è la sorte di tutti i peccatori che non vogliono accettare il perdono di Dio. Ma il Signore Gesù è morto per me. E' venuto a pagare, con la sua vita, il riscatto dell'anima mia.

E' venuto a portare Lui, su di sè, la condanna che io meritavo. Io non sono che un verme, un povero verme strappato dal fuoco e portato fra le braccia di Dio.

Quelle semplici parole andarono dritte al cuore del turista inglese e non gli diedero pace finché non cedette all'amore del Signore e non accettò per fede la salvezza che Dio da tanto tempo gli offriva in Gesù Cristo.

Pubblicato il Set 10, 2019

L’idea di Palestina tra geografia e narrativa

La parola “Palestina” è stata coniata dai romani per sostituirla al nome Giudea dopo la repressione delle Rivolte Ebraiche successive alla conquista romana.

“Palestina” è un termine che è stato in seguito usato per denominare l’area che oggi comprende Israele e i Territori sotto amministrazione dell’Autorità Palestinese.

Sotto il Mandato Britannico (1920-1948), la parola “Palestina” è stata reintrodotta per denominare l’area tra il fiume Giordano e il Mediterraneo, confinante con Siria, Libano, Transgiordania (oggi Giordania) e Egitto.

palestina impero romano mia foto

Dopo la fondazione dello Stato di Israele, la parola “Palestina” reca in sé l’idea nazionale del popolo palestinese, con le conseguenti richieste territoriali e nazionali.

Parlando di Palestina tra geografia e narrativa la parola "Palestina" è stata coniata dai romani per sostituirla al nome Giudea dopo la repressione delle Rivolte Ebraiche successive alla conquista romana.  "Palestina" è un termine che è stato in seguito usato per denominare l'area che oggi comprende Israele e i Territori sotto amministrazione dell'Autorità Palestinese.  Sotto il Mandato Britannico (1920-1948), la parola "Palestina" è stata reintrodotta per denominare l'area tra il fiume Giordano e il Mediterraneo, confinante con Siria, Libano, Transgiordania (oggi Giordania) e Egitto.  Dopo la fondazione dello Stato di Israele, la parola "Palestina" reca in sé l'idea nazionale del popolo palestinese, con le conseguenti richieste territoriali e nazionali.

(Informazione Corretta, ottobre 2013)  

A Gerusalemme scoperta un'iscrizione in ebraico antico di 2700 anni fa 

Scavi archeologici condotti dalla Israel Antiquities Authority nell'area della sorgente Gihon, nella Città di David, all'interno del Parco Nazionale delle Mura che circonda la vecchia Gerusalemme, hanno portato alla luce uno strato di preziosi reperti che comprendono migliaia di frammenti di vasellame, lampade d'argilla e figurine. La cosa più interessante, informa un articolo pubblicato su Israele.net, è la scoperta di una ciotola in creta con un'iscrizione in ebraico antico parzialmente conservata. Benchè incompleta, l'iscrizione riporta il nome di un personaggio del VII secolo a.C. simile ad altri nomi a noi noti dalle testimonianze bibliche ed archeologiche, offrendoci un raro collegamento con la popolazione che viveva a Gerusalemme alla fine del periodo del Primo Tempio.  Il nome più simile a quello dell'iscrizione è Zechariah (Zaccaria), figlio di Benaiah, padre del profeta Jahaziel. Il nome Zechariah figlio di Benaiah appare nel libro biblico delle 2 Cronache 20:14 dove si dice che Jahaziel, figlio di Zechariah, figlio di Benaiah, un levita dei figli di Asaf, profetizzava davanti al re biblico Giosafat prima che la nazione entrasse in guerra con gli antichi regni di Ammon e Moab.  Gli archeologi della Israel Antiquity Authority, Joe Uziel e Nahshon Zanton, che hanno trovato la ciotola mentre scavavano tra le rovine collegate al periodo della distruzione del Primo Tempio, spiegano che le lettere inscritte sul frammento risalgono probabilmente ai secoli VIII-VII a.C., il che situerebbe la produzione della ciotola in un periodo tra il regno di Hezekiah (Ezechia) e la distruzione di Gerusalemme sotto il re Zedekiah (Zedechia).  Gli archeologi spiegano inoltre che l'iscrizione era stata incisa sulla ciotola prima della cottura, il che indica che l'iscrizione adornava il bordo della ciotola per intero, e che non è stata scritta su un frammento dopo la rottura della ciotola. Benchè lo scopo dell'iscrizione sulla ciotola non sia chiaro, gli archeologi hanno ipotizzato che la ciotola possa aver contenuto un'offerta probabilmente fatta dall'individuo il cui nome è inciso, oppure a lui donata.  La prima lettera dell'iscrizione parzialmente conservata sulla ciotola in antica scrittura ebraica è rotta e quindi difficile da leggere, ma sembra essere la lettera «r». Le successive lettere «yahu» costituiscono il suffisso teoforico (la componente in cui appare il nome della divinità come parte del nome proprio, come Yirme-yahu e Eli-yahu ecc.). Queste lettere sono seguite da «ben- figlio di» dopo di che compare il patronimico composto da tre lettere.  Secondo gli archeologi Uziel e Zanton, «se consideriamo la possibilità che si tratti di una grafia non vocalizzata o difettiva del nome Benaiah, allora quello che abbiamo di fronte è il nome Ryhu ben Benaiah». Molti dei nomi propri menzionati nella Bibbia contengono la componente teoforica, come nel caso di questa iscrizione trovata nella Città di David. Oltre ai riferimenti biblici, altri esempi sono stati trovati negli scavi archeologici, scritti su una varietà di oggetti come sigilli, bullae, vasellame di terracotta e persino incisi nella roccia. 

La notizia era già comparsa sulla stampa qualche mese fa. In questo articolo vengono fornite altre informazioni.  (Il Messaggero, 20 ottobre 2013)  

Pubblicato il Set 10, 2019

Com‘è triste essere soli in un mondo senza luce,

camminare nella vita se non v’è chi ti conduce!

Le sue gioie sono vuote, non c’è nulla di sicuro

il futuro è incerto e vago, l’orizzonte appare scuro...

Se rifletti, ti domandi:

Che si fa su questa terra quando sfugge dalle mani tutto

quello che si afferra?

Ma la grazia del Signore è venuta incontro a me

e ho scoperto il vero amore, ho capito Dio chi è!

Il Signore mi ha parlato e ho ascoltato la sua voce;

mi ha esortato al pentimento, m’ha additato la sua croce.

Ora io non son più solo nella breve mia esistenza

perché godo notte e giorno la vivente sua presenza.

Non è buio il mio futuro, la salvezza è garantita,

sono in pace, son felice, non è vana la mia vita.

Guarda a Cristo e credi in Lui!

La tua vita cambierà e potrai con forze nuove,

fare quel che ti dirà.

(“Al di là delle nuvole”)

Pubblicato il Set 10, 2019

Herry Houdini il grande mago 

Harry Houdini nacque a Budapest il 24 Marzo 1874 e fu uno dei più grandi maghi e illusionisti di tutti i tempi. Fin da giovane lucchetti, serrature, porte blindate e stanze ermetiche non conoscevano segreti. Era capace in un batter d'occhio e in un sol momento di evadere da qualsiasi catena che lo teneva imprigionato.

Fu anche un grandissimo attore proprio per la sua capacità di recitare, infatti qualche anno dopo la sua morte la moglie confessò che tutta la sua vita fu una farsa, un'illusione e solo l'amore per la sua amata gli fece vivere alcuni sprazzi di realtà.

Divenne celebre anche per le sue due sfide lanciate al mondo intero davanti a giornalisti e fotografi.

La prima sfida fu quella rivolta ad astrologi, sensitivi e indovini su quali paroli d'amore la madre in punto di morte le rivelò

Conservò quelle poche righe della madre morente in una cassaforte custodita in banca e chiunque avesse pronunciato quelle parole segrete avrebbe vinto 10 mila dollari.

Molti accorsero ma nessuno riusci mai a svelare la frase misteriosa.

Houdini pensava di essere invincibile, era convinto di poter vincere qualsiasi battaglia e di essere immortale.

Così prima di morire lanciò la sua seconda e ultima sfida, la più grande, la più difficile.

Se è veramente possibile a qualcuno tornare dall'aldilà, Io Harry Houdini il grande mago lo farò".

Per molto tempo la moglie aspettò il marito ma, ad un certo punto si arrese spegnendo la candela che simboleggiava l'attesa del suo ritorno dicendo: "Anche la mia ultima  speranza se ne è andata. Non credo che Houdini possa tornare da me o da  chiunque altro. Ho mantenuto viva la fiamma accanto alla fotografia di  Houdini per dieci anni, ma è giunto il momento di spegnerla. Buona notte Harry".

Qualcun altro, centinaia di anni prima, lanciò una sfida simile a quella di Houdini.

"Io sono Gesù Cristo il Re dei Re e tornerò dall'aldilà" (Luca 9:22)

Ma al contrario di Houdini, Gesù tornò veramente e mantenne quello che poco prima aveva affermato.

Il terzo giorno dalla sua morte riususcitò e molti lo videro, non sottoforma di fantasma ma in carne ed ossa. (Luca 24:24-40).

Cristo è risorto dai morti e lo ha fatto perchè tramite la sua opera sia predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti. (Luca 24:46-47)

Tramite il Suo sacrificio, la Sua morte e la Sua risurrezione abbiamo trovato vittoria alla condanna che pesava su ognuno di noi e sulla quale prima non vi era alcun rimedio.

IN DIRETTA

Ora in onda:
IL CULTO EVANGELICO IN DIRETTA - Prevalentemente con postazione fissa dalla Comunità Evangelica di Foggia  Via Taranto, 22. In casi particolari da varie comunità evangeliche; in questo caso precedentemente comunicato, l'orario di inizio è soggetto a variazione a seconda della comunità visitata 
e dalle ore 12:00:
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